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«Siamo felici di tornare a Roma per la terza volta, una città con un patrimonio artistico inimitabile e un centro storico che ha sempre accolto con calore ed entusiasmo le iniziative di Vogue Italia e del mondo della moda. Come sempre, una parte del ricavato delle vendite sarà devoluto a un progetto per la città, in particolare quest'anno sosterremo i centri di accoglienza per le donne oggetto di violenza e in condizione di disagio e i loro figli minori» così il direttore di Vogue Italia Franca Sozzani. ,,SCOPRI NELLA GALLERY PIU' SOPRA I MOMENTI STORICI DELLA CARRIERA DI NORMA KAMALI Ha vinto numerosi premi con le sue collezioni dal tocco sportivo. Oggi l’estetica sportiva continua a influenzare i designer, da Miu Miu a Fendi, da Louis Vuitton ad Alexander Wang per H&M. Perché la moda “sporty” ha così tanto successo? «La moda “sporty”, come la chiama lei, è in realtà un vero e proprio lifestyle, totalmente in sintonia con l’epoca in cui viviamo. È una moda che sarà sempre di più all’insegna della tecnologia e dell’innovazione. Abiti che interagiscano con il corpo, che mantengono il calore, che abbiano un effetto cooling, che migliorino la postura o che diano energia».
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Miuccia Prada, invece, con la sua moda “poster”, vuole mettere in evidenza disagi e paure del nostro tempo, in particolare per lanciare un messaggio contro la violenza sulle donne. Così per questa estate la stilista milanese propone tante stampe di volti femminili, colti nei loro aspetti più fragili, disarmati, disperati, addolorati. E gli stessi visi sono stati raffigurati sulle pareti come murales – in occasione dalla sfilata – da sei artisti sudamericani. Ne sortiscono cappotti e vestiti che evidenziano reggiseni incrostati di strass e pietre, resi però scevri di potere di seduzione per essere investiti del mero valore della femminilità. Pertanto questi capi appaiono deliberatamente incompiuti, quasi difettosi, quantunque onusti di decori, proprio per rappresentare il mondo ferito e deturpato in cui viviamo. In queste creazioni si avverte forse un’eco fantastica e surrealista di una donna che “visse d’arte e d’amore” come la messicana Frida Kahlo (1907-1954), cuore precolombiano e “beautiful mind”, personalità idiosincratica, della quale si sta tenendo a Roma, presso le Scuderie del Quirinale, una mostra con numeri da record che mirabilmente ne illustra la poetica tra surrealismo e “realismo magico” (in autunno poi sarà la volta di un’altra esposizione dedicata a lei ed al marito Diego Rivera nella cornice di Palazzo Ducale a Genova). Divenuta oggetto di culto dopo il suo turbolento matrimonio col pittore Rivera e l’assurdo incidente che la costrinse a letto vari anni fino alla morte, consentendole però di continuare a dipingere pur tra atroci sofferenze, la Kahlo esercita ancora la sua influenza ideale su creativi di diversi campi.
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,Il titolo del volume (che reca un’affettuosa prefazione di Adriana Mulassano) è tratto da un’intervista che Armani concesse nel 1982 a Paolo Mosca, la cui versione completa suonava così: “I cretini non sono mai eleganti. Gli intelligenti, invece, anche con due stracci addosso sono vestiti logicamente, quindi sono sempre eleganti”. Poteva essere più chiaro ed esaustivo? D’altronde, egli ha sempre avuto i piedi ben piantati per terra e per lui la moda è stata ed è essenzialmente un “fare vestiti”. Tiene a precisare infatti: “Trovo imbarazzante parlare di arte quando mi riferisco al mio lavoro, che è di fatto un’operazione molto democratica. Per questo non possiedo quadri esclusivi: non capisco chi colleziona e si vanta di possedere opere che gli altri non possono vedere”. La sua “filosofia” comunque sta tutta qui: “Bisogna accorgersi che sotto all’abito c’è un corpo che pulsa, che sotto questi vestiti c’è un uomo che non è più a disagio se ha scoperto una piega, un’imperfezione. I miei capi non richiedono prove e misurazioni. Si infilano e basta”.
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